Vado in bicicletta da meno di un anno. Vado piano in discesa, vado piano in pianura, vado piano in salita. Sono lento ad agganciare i pedali, quando prendo le barrette dalla tasca posteriore, una su due mi cade per terra. Non sono nemmeno più tanto giovane. Di certo non sono un fenomeno della bicicletta, ma ieri alla Vigorelli Ghisallo c’ero anche io. Ho avuto freddo, sentivo l’acqua scorrere ovunque, nelle scarpe, sulla schiena. In certi momenti non vedevo quasi niente, tante erano le gocce sulle lenti dei miei occhiali da vista. Ho sentito le gambe durissime, legnose, ho avuto paura di non farcela, ho sentito la ruota posteriore che scappava via, ma poi l’ho ripresa. Quando si è fatta davvero dura, ho tenuto lo sguardo sulla strada cercando di capire quando iniziava a spianare. Ancora 100 metri, ancora 100 metri. Respira. Ho pedalato per poco più di tre ore, anche se in alcuni momenti mi sono sembrate trenta. Ho canticchiato mentalmente gli Hüsker Dü per tutta la salita finale. Perchè ho deciso di partecipare? Perchè infilarmi in una situazione oggettivamente un po’ estrema? Non avrei saputo dare una risposta, finchè sono arrivato a Magreglio. La risposta l’ho trovata lì nel preciso istante in cui ho visto il cartello “Madonna del Ghisallo”. In quel momento capisci perchè non importa se ti sei svegliato alle 6.15, perchè non importa se hai preso acqua, tanta acqua, per 73 kilometri, perchè non importa se ti senti il freddo fino nelle ossa: perchè è quel momento lì, quell’attimo che – per quanto provi a descriverlo – non renderà mai abbastanza se non l’hai vissuto metro per metro. Quell’attimo che ti rimane addosso, che ti si espande dentro come una camera d’aria. Una foto di pura gioia, anche se non hai vinto niente, anche se non sei il primo, non hai fatto il tempo, nessun record né personal best. Ma ti fa sorridere mentre stringi la mano del tuo compagno di squadra (grazie Umberto!) e pensi che se potessi abbracceresti tutti, ringrazieresti tutti i partecipanti, tutti gli organizzatori, tutti quelli che mentre ti incrociano ti dicono bravo anche se non sanno chi sei. Io so che una giornata così, bella così, me la ricorderò per tanto tempo. Ora posso dire che, se non avessi partecipato, non me lo sarei perdonato.